Comunicazione

Ascolto: virtù rara e preziosa

In un mondo sempre più frenetico e rumoroso, l’ascolto è diventato una merce rara. Spesso ci troviamo coinvolti in dinamiche relazionali di varia natura, dove prevale il desiderio di parlare, di raccontare chi siamo e, talvolta, di ostentare le nostre conquiste.

In queste circostanze, trovare qualcuno disposto ad ascoltare genuinamente diventa una vera e propria impresa. L’ascolto è fondamentale nelle relazioni interpersonali. Tuttavia, è molto più comune incontrare persone che preferiscono monopolizzare la conversazione piuttosto che mostrare un interesse sincero per l’altro.

Questo atteggiamento non solo limita la qualità delle interazioni, ma può anche creare un senso di isolamento ed incomprensione. L’arte dell’ascolto richiede pazienza, empatia ed una vera volontà di comprendere l’altro.

Ne parlo con Nicola Miceli, consulente digitale Webidoo, esperto di B2B ed analisi digitale, formatore. 

Nicola

Nel contesto lavorativo, l’ascolto rappresenta una potente leva motivazionale, specialmente durante i dialoghi one-to-one con i collaboratori. Un leader che sa ascoltare attivamente i propri dipendenti non solo dimostra rispetto ed attenzione, ma è anche in grado di cogliere preziose informazioni sulle loro necessità, aspirazioni e problemi. Questo approccio non solo migliora il clima aziendale, ma stimola anche la motivazione e la produttività.

Il tempo dedicato all’ascolto

Un altro aspetto cruciale dell’ascolto è il tempo che siamo disposti a dedicare ai nostri interlocutori. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla comunicazione superficiale, spesso ci troviamo a dedicare poco tempo all’ascolto attivo. Tuttavia, è importante ricordare che l’ascolto richiede un impegno temporale significativo. Solo dedicando tempo di qualità possiamo veramente comprendere e supportare chi ci parla.

Aneddoti sull’ascolto

Un aneddoto storico significativo sull’importanza dell’ascolto è legato a Socrate, il celebre filosofo greco. Socrate praticava l’arte maieutica, un metodo dialettico che consisteva nel porre domande ai suoi interlocutori per aiutarli a scoprire da soli la verità. Questo metodo non solo sottolinea l’importanza delle domande, ma anche quella dell’ascolto attento e riflessivo. Socrate credeva che attraverso l’ascolto ed il dialogo si potesse arrivare alla conoscenza, dimostrando come l’ascolto sia essenziale per la crescita personale e intellettuale.

Un altro esempio è quello di Abraham Lincoln, il sedicesimo presidente degli Stati Uniti, noto per la sua capacità di ascolto empatico. Durante la Guerra Civile Americana, Lincoln spesso visitava gli ospedali per parlare con i soldati feriti. Ascoltando le loro storie e preoccupazioni, non solo guadagnava il loro rispetto, ma raccoglieva anche informazioni cruciali che lo aiutavano a prendere decisioni strategiche. La sua capacità di ascoltare attentamente e con empatia fu una delle chiavi del suo successo come leader.

L’ascolto è una virtù rara ma essenziale, che arricchisce le nostre relazioni personali e professionali. Praticarlo richiede tempo, pazienza ed una genuina volontà di comprendere l’altro. In un’epoca in cui la comunicazione è spesso superficiale e frammentata, riscoprire il valore dell’ascolto può fare la differenza.

Che si tratti di dinamiche interpersonali, motivazione dei collaboratori o semplicemente di dedicare tempo di qualità alle persone che ci circondano, l’ascolto rimane uno strumento potente per costruire relazioni autentiche e significative.

Alessandro

Le tue considerazioni Nicola sono molto interessanti. Dal mio punto di vista, per il settore che conosco meglio, quello della comunicazione digitale, in cui prevale l’illusione di un’interconnessione costante, l’ascolto autentico e profondo è merce rara e diventa un valore distintivo. Un vero e proprio elemento strategico per il successo personale e professionale.

L’ascolto è un’attività che richiede attenzione, empatia, volontà di comprendere l’altro. Un’attività cui però deve necessariamente seguirne un’altra: la capacità di trasformare questa fase in azioni concrete, utili e gratificanti per l’interlocutore.

Faccio un esempio.

Alla società che ho co-fondato abbiamo dato il nome di CuDriEC, acronimo di Customer Driven Economy. Un’economia guidata dal cliente è possibile solo se le imprese applicano un ascolto attivo della propria clientela, per generare insights preziosi, capaci di guidare le decisioni aziendali ed incrementare la soddisfazione della propria community.

L’ascolto delle esigenze, delle aspettative e delle criticità dei clienti, permette di sviluppare prodotti e servizi che rispondano in modo preciso ai bisogni del mercato, creando così un vantaggio competitivo duraturo​​​​.

Significa “cedere” il controllo delle scelte imprenditoriali? Io credo di no, mi piace pensare che significhi più che altro “guidare” un’impresa “con la collaborazione di…”.

Viviamo in un’epoca dominata dalla velocità, da una comunicazione spesso superficiale e siamo sovraccarichi di informazioni. In questo contesto non solo è importante ascoltare, ma anche saper discernere a chi prestare attenzione.

Non tutte le voci hanno lo stesso valore, e non tutte le opinioni sono ugualmente informate. Questo concetto è fondamentale per evitare di cadere nella trappola dei “tuttologi”, persone che, pur non avendo competenze specifiche, tendono ad esprimere giudizi su ogni argomento.

Anche in questo caso faccio un esempio.

Se sono un produttore di moto sarà per me fondamentale ascoltare persone che hanno (o hanno avuto) una moto, esperti di motori, ecc. Il giudizio di questi appassionati non potrà valere come quello di chi non è mai salito in moto in vita sua ma non perde occasione per esprimere il proprio parere sull’ultimo modello di moto elettrica.

Riflessione che porta ad una inevitabile conclusione: ogni azienda dovrebbe tentare di creare la propria community.

Sono i membri della community che dovrebbero contribuire alla customer driven economy.

Grazie a Nicola per il confronto ed il bel video che ha realizzato sul tema.

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Tag: ascolto

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