BCC Roma sempre più banca del territorio. Proseguono gli incontri con i soci che la BCC Roma ha programmato per parlare della vita aziendale. Momenti importanti di confronto e consapevolezza cooperativa per migliorare sempre di più il servizio bancario e mutualistico. Oggi, giovedì 26 ottobre, alle ore 18;00 sarà la volta dei soci delle agenzie del viterbese, che si incontreranno all’Auditorium dell’Università degli Studi della Tuscia – Complesso Santa Maria in Gradi a Viterbo.
Di seguito riportiamo le riflessioni che ci ha consegnato il Direttore del nostro Magazine, Giampaolo Sodano, che non potrà partecipare all’assemblea per motivi di lavoro. Ma che riteniamo utili al ragionamento per lo sviluppo di una Banca sempre più inclusiva e presente sul territorio.
“Non ho potuto, a causa dell’impegno nella produzione dell’olio della nostra azienda, partecipare alla assemblea dei soci della BCC di Roma che si tiene oggi pomeriggio all’Università di Viterbo. A cui ero stato cortesemente invitato dal vicepresidente Longhi. Avrei voluto prendere la parola nel corso dei lavori per cui avevo scritto un breve intervento che ora affido alle pagine del nostro magazine”.
Le banche di credito cooperativo hanno la loro origine nella necessità di una cooperazione tra i soci-aziende per il perseguimento di finalità comuni di sviluppo in una determinata zona facendo perno sulla mutualità. Cioè una apertura a comprendere le ragioni degli altri. Esigenze aziendali, istanze di progressivo sviluppo, volontà di andare oltre gli ostacoli, nella cooperazione valgono di più, o almeno quanto, delle garanzie sostanziali rappresentate da beni e depositi bancari. Il socio con maggiori possibilità aiuta quello in difficoltà, sicuro che, se un giorno sarà necessario, avrà un uguale trattamento.
Gli anni di crisi che sono alle nostre spalle hanno dimostrato, con il gravoso carico delle sofferenze bancarie, quanto poco, alla resa dei conti, valgono le garanzie tradizionali. E’ difficile, molto difficile prescindere da esse premiando la imprenditorialità e l’etica dell’imprenditore e dell’impresa. E’ quanto ancora oggi le banche di credito cooperativo non possono non fare. Garanti dello sviluppo economico e sociale del territorio e dell’occupazione. La recente riforma richiederà una nuova dimensione territoriale della mutualità. Sarà non facile ma è ormai una strada obbligata per assicurare una dimensione ottimale della struttura.
È stato forse un errore eliminare la distinzione tra le banche di credito a breve e quelle a medio termine, portando le seconde ad invadere spesso il territorio tradizionale delle prime ma non credo che si tornerà indietro.
Quella che si profila oggi è una differenziazione tra banche sul territorio e banche del territorio. Le prime operanti su tutto il territorio nazionale con una vasta gamma di servizi, dai trasferimenti immobiliari agli investimenti in metalli preziosi, dai future alle polizze vita. Le seconde legate al territorio con funzioni di sostegno attraverso il credito della sua economia. Con una compensazione all’interno del sistema che faciliti, o almeno dovrebbe, gli equilibri territoriali.
Non sono un esperto di problemi del credito e mi astengo perciò dall’esprimermi sulla recente riforma e sulla soluzione di compromesso che essa rappresenta. Mi limito a sottolineare che il sistema creditizio italiano è in rapida trasformazione in uno scenario nazionale ed internazionale che va rapidamente mutando. E’ difficile che le banche di credito cooperativo possano non essere toccate dalla novità.
Altro discorso è poi se la soluzione adottata sia la migliore possibile. Domanda alla quale solo l’esperienza potrà dare una valida risposta. Forse il prezzo pagato per eliminare taluni abusi è stato troppo elevato. Forse si è adottato il sistema analogo a quello della decimazione usato nella prima guerra mondiale. Forse… Ma ormai i forse contano poco: conta invece affrontare la nuova realtà anche per modificarla se necessario.
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