I giovani esprimono una forte propensione al risparmio, ma vorrebbero essere più assecondati dalle banche attraverso strumenti come carte di credito e app dedicate all’investimento. La maggioranza predilige pagamenti digitali con punte dell’80% al Nord e la metà risparmia almeno il 30% del proprio reddito. Il 40% ha ad oggi già investito e oltre il 70% rappresenta un bacino potenziale di clienti per proposte di investimento nei prossimi due anni. Buona la propensione al rischio: più del 60% vede nell’investimento una fonte per ricavare reddito. È quanto emerge dalla ricerca “Il segmento giovani: capacità di risparmio, strumenti di pagamento e prodotti di investimento” di Excellence Consulting ed Excellence Education, società di formazione e change management del Gruppo, effettuata a inizio 2021 su 300 giovani tra i 25 e i 34 anni, rappresentavi della popolazione italiana per sesso e area geografica.
Nel dettaglio della survey, il 51% degli intervistati ha un conto corrente, il 33% due, l’8% tre, il 5% nessuno, il 3% più di tre. Il 20% utilizza esclusivamente/quasi pagamenti digitali, il 46% prevalentemente pagamenti digitali, il 23% in egual misura denaro contante e pagamenti digitali, il 7% prevalentemente contante, il 4% esclusivamente/quasi contante. L’87% ritiene i pagamenti digitali più pratici del denaro contante, l’85% più sicuri; il 37% reputa però di aver maggiore controllo sulle spese col contante che coi pagamenti digitali e il 10% non si fida a realizzare pagamenti con gli strumenti digitali per il rischio di frodi. Per i pagamenti di routine e quelli eccezionali, vengono rispettivamente adoperate: carte di debito nel 51% e 53% dei casi, prepagate in entrambi i casi nel 31%, carte di credito nel 29% e 47%, e-wallet nel 18% e 14%. Le app dedicate ai pagamenti digitali ad oggi disponibili sul mercato vengono utilizzate con elevata frequenza da una larga fetta dei giovani: spesso (25%), sempre (22%), mai (20%), a volte (19%), raramente (14%).
Per quanto riguarda il risparmio, il 28% degli intervistati vi destina oltre il 30% delle entrate, il 20% fino al 30%, il 23% fino al 20%, il 21% fino al 10%, il 6% nessuna. Gli obiettivi per cui stanno risparmiando i giovani sono: affitto o acquisto della casa (54%), viaggi (53%), hobby, sport e tempo libero (44%), acquisti rilevanti (36%), fondo di emergenza per eventi inattesi (28%), investimenti finanziari (22%), formazione (22%), matrimonio o convivenza (17%), assicurazione integrativa (12%). Come strumenti di accantonamento e gestione del risparmio vengono preferiti: conto corrente dove si ricevono anche entrate (69%), strumenti finanziari (22%), conto corrente differente da quello delle entrate (16%), conto dedicato al risparmio con condizioni vantaggiose (13%). Rimane uno spazio di crescita per le app di supporto alla gestione del risparmio e degli investimenti (6%).
Circa gli investimenti, solo il 38% ne ha effettuati. La possibilità di investire nei prossimi due anni è considerata probabile: molto (24%), abbastanza (27%), così così (21%), poco (21%), per niente (7%). Tra le funzionalità disponibili sulle app, il 69% stima vantaggiosa la possibilità di definire un piano di risparmio personalizzato, il 67% la creazione di salvadanai personalizzabili in base agli obiettivi prescelti; il 58% l’arrotondamento per eccesso delle spese effettuate con mezzo di pagamento e contestuale deposito in un salvadanaio digitale, il 53% la possibilità di utilizzare il risparmio per accedere a forme di investimento direttamente dall’app. Il 64% è/sarebbe interessato a investire per ricavare un reddito, il 29% per proteggere il risparmio, il 7% per fare attività speculative. L’orizzonte ideale per gli investimenti è: da uno a tre anni (48%), oltre tre (43%), meno di uno (9%). Per la scelta dell’investimento tramite intermediario il 63% si rivolge/rivolgerebbe alla propria banca, il 29% a istituzioni specializzate private italiane, il 18% a startup/fintech, il 16% a istituzioni pubbliche, l’11% a specializzate private internazionali. Le caratteristiche rilevanti di un intermediario di investimento sono: disponibilità di strumenti digitali (90%), trasparenza dei costi (89%), convenienza dei costi (86%), affidabilità del brand (86%), qualità/ampiezza della gamma prodotti (80%), rendimenti storici dei prodotti (76%), presenza di un referente dedicato (73%).
“Tramite questa ricerca – affermano i responsabili Carlo Liotti, Partner ed Head of Payment Practice di Excellence Consulting e Mario Morelli, AD di Excellence Education e Professore a contratto di Market Research presso l’Università Roma Tre – abbiamo voluto analizzare il rapporto dei giovani col denaro, i pagamenti, il risparmio, gli investimenti e le banche. Un tema fondamentale. Si pensi alle piattaforme fintech, dove sempre più spesso le soluzioni di pagamento sono affiancate a quelle di risparmio e investimento per valorizzare le relazioni costruite in poco tempo. I giovani, che evidenziano una sostanziale capacità di risparmio e disponibilità a investire in prodotti ad accumulazione e con orizzonti di medio-lungo periodo, chiedono che gli strumenti attualmente utilizzati per i pagamenti digitali consentano anche la possibilità di gestire il risparmio ed accedere ad investimenti ad accumulo come i PAC – Piani di accumulo personalizzati”.
“In Italia – spiega Maurizio Primanni, CEO di Excellence Consulting – le banche commerciali e le reti di consulenti, per citare solo le principali in termini di customer base: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco-BPM, BPER, Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, hanno l’esigenza di gestire il fenomeno del passaggio generazionale dei patrimoni e di rilanciare la loro relazioni con le fasce di clientela più giovane. Spesso sul mercato si parla dei giovani adottando degli stereotipi: clienti mass market, con capacità di risparmio e inclinazione agli investimenti di lungo periodo ridotte. Il pregio di questa ricerca è quello di sfatare questi miti: i giovani già utilizzano e apprezzano gli strumenti digitali per i pagamenti, hanno in generale capacità di risparmio e vogliono investire per accumulare patrimoni finanziari. Sta alle banche più interessate all’argomento trarre le conseguenti deduzioni in termini operativi per cogliere l’opportunità. Le banche leader di domani è presumibile che saranno quelle che oggi riusciranno a raccogliere meglio il favore delle generazioni più giovani.”
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