Alzi la mano chi è convinto di poter condurre una qualsiasi attività di business senza investire adeguatamente nel creare fiducia. Eppure non siamo naturalmente portati a dare alla fiducia la giusta attenzione, per lo meno non la stessa attenzione che investiamo invece nella definizione di strategie e obiettivi aziendali, pianificazioni, efficienza produttiva, qualità del prodotto o servizio, assistenza, ecc. Tutti aspetti importanti, ma questa importanza non deve far dimenticare un presupposto fondamentale: senza il bene intangibile della fiducia nulla può muoversi nell’economia e nella società in generale. E le cose non sono cambiate con l’avvento delle tecnologie, anzi. Il proliferare delle interfacce tecnologiche che hanno agevolato la comunicazione, senza passare però attraverso il contatto umano, ha reso ancora più importante la questione della fiducia, come sottolinea un report di Accenture.
Se ci pensiamo un attimo, tutte le azioni economicamente rilevanti presuppongono una scelta – quella di un prodotto o servizio, e un rapporto con chi lo offre che non può prescindere dall’esistenza di una fiducia minima. Ogni attore del mercato, a prescindere dalla sua tipologia e dimensioni, non può esistere senza il consenso delle collettività di riferimento, a partire da quelle interne (dipendenti e collaboratori) per estendersi poi a quelle esterne (fornitori, clienti, partner). Per costruire e cementare consenso bisogna puntare sulla fiducia, sulla credibilità, sulla reputazione.
Se la consapevolezza da parte delle aziende dell’importanza di costruire relazioni di fiducia con tutti gli stakeholder può essere aumentata, dall’altro lato possono esservi comunque delle difficoltà nella costruzione di un clima di fiducia.
Tali difficoltà possono essere legate in parte alla misurazione delle iniziative volte a generare fiducia e, in parte, possono anche dipendere dalla natura multidimensionale della stessa. La fiducia è infatti un elemento relazionale che ha una dimensione cognitiva o razionale, generalmente basata su un giudizio o opinione (es. opinione di A su B), ma comprende anche un aspetto irrazionale, un sentiment o disposizione d’animo che non è sempre facile valutare e che ci influenza molto.
La fiducia è un circuito virtuoso che richiede un impegno costante, proprio come quello che occorre per far crescere una relazione. Ma quali possono esserne i benefici?
La fiducia può generare valore in diversi modi. Innanzitutto essa rappresenta un fattore di coesione interno che crea un senso di appartenenza e produce un clima lavorativo molto favorevole e partecipativo. Tra i fattori chiave degli ambienti di lavoro eccellenti non ci sono soltanto i benefit e i trattamenti economici riconosciuti, ma anche la fiducia, un certo livello di sincerità dei legami e un sano cameratismo. Il rapporto fiduciario che si instaura agevola la cooperazione e, quindi, la nascita e lo sviluppo di nuove idee, l’integrazione della diversità e l’innovazione.
Questi elementi sono sempre più indispensabili semplicemente perché il livello di complessità di problemi che ogni organizzazione oggi è chiamata ad affrontare e risolvere richiede competenze differenti, cooperazione tra comparti aziendali differenti e quindi un approccio orientato all’innovazione per la quale non si può prescindere dall’integrazione delle diversità che esistono in ogni azienda e costituiscono la sua ricchezza.
L’innovazione può infatti essere vista anche come il frutto dell’incontro di personalità e temperamenti differenti e richiedere, quindi, un processo di (ri)costruzione della fiducia che deve partire dall’interno (es. dipendenti e collaboratori). E’ impensabile il contrario.
Creare fiducia poi diminuisce il tempo da dedicare alle decisioni perché abbassa il livello di incertezza o di rischio. Può far si che alcuni aspetti fondamentali alla base di qualsiasi relazione, come i giudizi, la conoscenza e le informazioni, non abbiano bisogno di riconferme, rendendo così più efficiente i rapporti. Infine, crea valore anche dal punto di vista dell’efficacia delle relazioni perché rafforza il coinvolgimento dei soggetti.
I numerosi benefici del creare fiducia non dovrebbero però rendere strumentali le azioni volte a costruirla. I vantaggi conseguiti attraverso un clima di fiducia non sono infatti slegati da una vera comprensione del suo valore intrinseco.
Un primo passo può essere quello di creare e diffondere una cultura aziendale che faccia della fiducia, della coesione interna e della collaborazione un processo basilare. Questo obiettivo può tradursi in azioni come:
Se ogni persona sa dove è diretta la sua organizzazione e in che modo può offrire il suo contributo, si possono creare i presupposti per una vera e sentita partecipazione da parte di tutti.
Può sembrare strano, ma in molte organizzazioni le persone non si conoscono bene e questo può diventare un ostacolo soprattutto quando devono lavorare in un team o ad un progetto.
Aiutare le persone a conoscersi può voler dire trovare e creare occasioni e strumenti per far si che le persone escano un po’ dalla sfera lavorativa ed entrino in quella personale. Questo può favorire infatti l’empatia, la fiducia e il cameratismo.
Ad esempio tornei sportivi aziendali, festeggiare il raggiungimento di particolari risultati aziendali positivi o accogliere i nuovi arrivati in azienda possono essere tutte occasioni per coinvolgere le persone e spingerle a conoscersi meglio al di fuori del proprio ruolo lavorativo. Anche l’uso di tecnologie come le chat e le reti sociali private possono agevolare un rapporto più personale.
Predisporre ambienti di lavoro aperti in cui profili differenti operano può facilitare la condivisione di conoscenza e l’integrazione delle diversità. La partecipazione può essere stimolata favorendo un rapporto più umano con i superiori e strutturando i processi decisionali in modo che in essi siano coinvolti tutti gli stakeholder.
Nel primo caso la possibilità di entrare in contatto con il lato più umano dei manager può favorire una consapevolezza emotiva e un empatia indispensabili per attuare una vera collaborazione, senza per questo mettere in discussione le linee gerarchiche ed i ruoli. Il coinvolgimento anche minimo nei processi decisionali, può, invece migliorare il grado di partecipazione e di responsabilità di tutti le persone coinvolte.
E’ impossibile creare una cultura della fiducia se i superiori sono i primi a non dare fiducia ai propri collaboratori. Le pratiche che incentivano la fiducia dovrebbero essere evidenziate e ricompensate, perché questo può motivare tutti a seguirle. A volte basta veramente poco per incentivare la fiducia, anche un semplice complimento o un ringraziamento possono fare molto.
Per le aziende i processi di comunicazione sono molto importanti. Perché la comunicazione sia veramente efficace occorre che nasca dall’intenzione di creare una relazione e che sia basata sul coinvolgimento, sulla reciprocità e sull’ascolto. La fiducia ha bisogno della comunicazione e la stimola: quando c’è fiducia le persone si sentono più disponibili a comunicare ed ascoltare.
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