“Non solo unicorni”. Questa è l’espressione che più mi è rimasta impressa nella mente tra le innumerevoli ascoltate durante il DIGITALDAY. Il D-Day della comunicazione, svoltosi presso lo Spazio Attivo Viterbo, il primo dicembre 2017.
Si tratta di una metafora carica di forza, ottimismo, incoraggiamento. Specialmente per i giovani che, guardando al proprio futuro, lo percepiscono oscuro, dai contorni sfuocati, sfuggevole. Impossibile a costruirsi in maniera completamente soddisfacente. Con il termine “unicorni” si intendono infatti delle Startup innovative. Quelle che nascono però con un potenziale economico smisurato: Google, ad esempio, per non parlare di Facebook.
“Non solo unicorni”, pertanto, sta ad indicare la volontà di supportare tutti coloro che hanno un buon progetto. Indipendentemente dal suo potenziale economico, per trasformarlo poi in un business. Significa incoraggiare i giovani a dare sempre il massimo. Portarli a credere che realizzare il proprio sogno, in qualunque ambito ci si trovi, non è impossibile.
Se dietro vi sono lavoro, impegno, fatica e sacrifici. Significa mettersi in gioco, non darsi subito per vinti, non accontentarsi di situazioni che non ci rendono felici e assolutamente soddisfatti. Tirar fuori sempre il meglio che è in noi. Perché, come ha detto Giampaolo Sodano, il Direttore di Moondo: “la vita è abbastanza lunga per essere vissuta fino in fondo”.
E forse è proprio questo il messaggio che, più di ogni altro, ho interiorizzato, ho voluto “fare mio”.
Come un invito ad essere sempre tenace, forse anche un po’ testarda, nella realizzazione del mio futuro. Del resto, continua Sodano, “è proprio attraverso le emozioni che si impara a vivere”.
Tutti coloro che hanno preso parte a questa manifestazione hanno però dato un senso profondo, pratico, reale, a queste parole. Per dimostrare che “non solo unicorni” non è solo un’utopica espressione per indicare una realtà che non esisterà mai. Si sono, innanzitutto, analizzati tutti quelli che sono i problemi da affrontare e risolvere al fine di arrivare a questa importantissima, vitale innovazione.
Laura Tassinari, Direttore Generale BIC Lazio, ha messo in luce la grande frammentazione del sistema produttivo italiano. La disoccupazione giovanile e, in particolare, quella femminile. Contro la quale Regione Lazio ha addirittura promosso l’attivazione dello “Sportello Donna forza 8”.
Ma anche l’arretratezza digitale del popolo italiano. Basti pensare che è stimato che il 28% della popolazione italiana non ha mai utilizzato Internet. Come pure la diffidenza nei confronti dell’innovazione. Siano tutti “mattoni” di un muro che ci divide dal progresso, un’immagine ben esemplificata dal successo “Another brick in the wall” del 1979 dei Pink Floyd.
Elencare i problemi non basta. Bisogna anche capire come risolverli e, a questo proposito, sono stati messi in atto svariate disruptive solutions. Quali un Open Innovation, che consiste in programmi di co-partecipazione e crowdsourcing. Ma anche l’attivazione di un Contamination Lab, nonché l’adozione di Startup.
Del resto, come ha evidenziato Dario Albani, Ricercatore CNR, da tutto questo progresso tecnologico si sviluppano professioni e competenze. In ogni settore, dall’agricoltura al trasporto, dallo sport ai vari tipi di assistenza, all’assemblaggio, dove già ora si assiste ad una produttiva collaborazione fra esseri umani e robot.
Sono seguiti interventi volti ad illustrare e spiegare tutti i problemi legati alla comunicazione in rete, alle lacune normative riscontrabili in questi settori, alle cosiddette “fake news” e, infine, alle “post verità”.
Si è infine arrivati alla presentazione di Cudriec, una Startup innovativa che opera nel campo della comunicazione digitale, inbound marketing e native advertising. Fra i suoi prodotti digitali c’è, primo fra tutti, Moondo, una testata giornalistica, regolarmente registrata, che “punta a coinvolgere, non a convincere”. Basata su una piattaforma aperta a tutti, volta a condividere informazioni e saperi, nonché a disincentivare e combattere post verità, fake news, bufale, disinformazione e allarmismi infondati.
Tutti questi interventi, nel complesso, hanno voluto evidenziare come, ormai, il mondo digitale sia strettamente legato a quello reale. Non sono più due realtà scindibili e, pertanto, non si può rifiutare di accettare l’innovazione che ne deriva.
Non si possono chiudere gli occhi e far finta di niente, continuare a vivere isolati nel proprio mondo. Come se tutto questo non ci riguardasse. Bisogna mettersi gioco ancora una volta, a qualsiasi età, con consapevolezza e curiosità. Comprendere tutti i punti di forza, ma anche i limiti, di un sistema che, ormai, fa parte del nostro quotidiano.
Giada Laurenti
Classe 4° liceo classico
IISS Carlo Alberto dalla Chiesa
Montefiascone (VT)
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