ComunicazioneLe sette emozioni primarie sono davvero universali?

Le sette emozioni primarie sono davvero universali?

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Cosa sono le emozioni? Un mondo misterioso, dove è ancora poco chiaro cosa effettivamente siano e a cosa servano. Negli ultimi anni, la ricerca in psicologia si è focalizzata nel creare alcuni modelli teorici che spiegassero effettivamente il loro funzionamento.

Dagli anni 60 ne sono nati molti, che spiegano come le emozioni si apprendano attraverso condizionamento o associazioni, o che siano strutturate tramite il pensiero e la percezione della realtà. Esiste anche la teoria che siano semplicemente frutto di attivazioni innate di alcune aree corticali, modulate in un secondo momento dalle esperienze fatte in vita.

A livello evolutivo, hanno un’importanza fondamentale. Possono essere considerate dei messaggi, il cui scopo è quelli di segnalarci come reagiamo all’ambiente esterno, cosa ci potrebbe fare del male o cosa, al contrario, promuove la sopravvivenza e lo sviluppo della nostra specie.

Tante volte a livello razionale e cognitivo sono poco comprese, perché solitamente ci manca la giusta chiave di lettura per interpretare effettivamente cosa ci stanno dicendo. In realtà, tutte  le emozioni hanno un loro senso, e non vanno considerate sbagliate o fuori luogo.

Non esiste un’emozione che non abbia un senso

Altrettanto importante a livello ancestrale è la loro manifestazione a livello fisico. L’esternazione di determinati sentimenti e sensazioni aiutano i nostri interlocutori a capire il nostro stato d’animo in determinate situazioni. Promuovendo una più forte connessione e aggregazione a livello evoluzionistico, o societario.

La natura, come sempre, si è ingegnata cercando di mantenere una certa congruenza in queste manifestazioni, o meglio espressioni, almeno delle emozioni più comuni.

Nel 1972, Paul Ekman definì l’esistenza di 7 emozioni primarie nell’essere umano (quelle vissute più spesso e in maniera più riconoscibile). Indipendentemente dalla cultura, dalla storia o dalla personalità di ciascuno si manifestano allo stesso modo in ognuno di noi. 

Le 7 emozioni primarie sono:

  1. Felicità
  2. Rabbia
  3. Disgusto
  4. Disprezzo
  5. Paura
  6. Tristezza
  7. Sorpresa

Studiando tutte le dinamiche delle microespressioni facciali, Ekman concluse che ognuna di esse si manifestava attraverso contrazioni degli stessi muscoli, con le stesse distensioni e movimenti del volto. Non importava se la persona venisse dall’Italia, dalla Svizzera, da New York, da Deli o dalla Nuova Guinea: le espressioni sono simili e si manifestano allo stesso modo.

Questo diede spazio alla teoria universale delle emozioni. Cosa ci indica tutto ciò? Che non importa quanto siamo diversi, tutti dimostriamo ciò che proviamo nello stesso modo. Questo rappresentò un grande passo in molti ambiti della psicologia e della neuropsicologia. Ancora oggi è soggetto di molti studi del linguaggio non verbale nell’essere umano.

Il linguaggio del corpo è una vera e propria lingua, che tutti parliamo ma che solo il 2% della popolazione riesce a capire correttamente.

Il corpo si esprime sempre e comunque, al di là del controllo razionale e anche senza il nostro permesso: per questo è importante saper leggere i suoi segnali ovviando il rischio di interpretarli in modo errato, acquisendo così una maggior capacità di comprensione.

Conoscere il Linguaggio del Corpo e le Micro Espressioni Facciali, le 7 Emozioni di base dell’essere umano, permette di capire veramente bene gli altri, le loro emozioni, i loro stati mentali per entrare con più immediatezza e semplicità in empatia e sintonia.

Permette anche di migliorare la Comunicazione, rendendola più Efficace, più Efficiente, più Elegante, più Persuasiva e più d’Impatto.
I campi di applicazione della comunicazione non verbale  e del Linguaggio del Corpo sono tanti quante sono le attività che richiedono delle interazioni umane: dalla vendita all’essere genitori , dalla gestione delle risorse umane alla leadership nella guida di un gruppo di lavoro, dalla didattica alla sicurezza, dalle attività sanitarie a tutte le relazioni di aiuto.

E’ importantissimo: capire  come vengono utilizzati  i segnali non verbali e paraverbali e renderci di conto di quanto questi comunichino ben oltre le parole; comprendere le vere intenzioni dal linguaggio non verbale; saper decifrare  i segnali di gradimento, di rifiuto, di menzogna dal linguaggio non verbale e riconoscere le micro-espressioni per comprendere cosa l’interlocutore pensa davvero.

Altrettanto essenziale è rendersi conto del potere della congruenza tra linguaggio verbale, paraverbale e non verbale e comunicare così  nel modo giusto e  al momento giusto!

Studiare come i grandi leader utilizzano la comunicazione non verbale per influenzare e convincere sicuramente aiuterà a comprendere  ancora meglio la PROPRIA comunicazione non verbale, per comprendere di riflesso la comunicazione dell ‘interlocutore in questione.

Non dimenticare l’importanza delle emozioni e delle espressioni facciali: come comprendere queste sconosciute attraverso la nostra mente razionale. 

Non importa quanto siamo diversi, tutti dimostriamo ciò che proviamo nello stesso modo. 

Siamo in un mondo talmente diverso, che cambia così velocemente. Dove ognuno ha la propria storia, il proprio vissuto, le proprie ferite, le proprie vittorie: alcune cose rimarranno sempre immutate. Ricordandoci che nel bene o nel male, in ognuno di noi c’è ancora quella scintilla ce ci ricorda da dove proveniamo.

Unendoci in una complessità chiamata esistenza.



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