Nei giorni scorsi, sono stato impegnato nei lavori dell’Advisory Board di una importante Business School e, a un certo punto, un manager che ne fa parte insieme a me, ha condiviso questo pensiero: “𝑯𝒐 𝒂𝒔𝒔𝒖𝒏𝒕𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒂 𝒄𝒉𝒆, 𝒅𝒖𝒓𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒖𝒏 𝒄𝒐𝒍𝒍𝒐𝒒𝒖𝒊 𝒅𝒊 𝒔𝒆𝒍𝒆𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆, 𝒎𝒊 𝒉𝒂 𝒅𝒆𝒕𝒕𝒐, 𝒄𝒐𝒏 𝒔𝒊𝒏𝒄𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂̀’ 𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒗𝒊𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆, 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆𝒗𝒂 𝒖𝒏 𝒅𝒆𝒕𝒆𝒓𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒐 𝒂𝒓𝒈𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐, 𝒎𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒆𝒓𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒏𝒕𝒂 𝒂 𝒊𝒎𝒑𝒂𝒓𝒂𝒓𝒍𝒐, 𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆…𝒏𝒐𝒏 𝒆𝒓𝒂 𝒑𝒐𝒊 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒅𝒊𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒍𝒆!”
L’affermazione mi ha fatto riflettere sul fatto che spesso nelle aziende si dedica tanto tempo a trovare la persona perfettamente formata su un argomento, che potrebbe diventare, al giorno d’oggi, rapidamente obsoleto.
Allo stesso tempo, per focalizzarsi sulla ricerca della competenza specifica, a volte si tralascia di vedere la persona “a tutto tondo” con la sua ampia ricchezza di sfumature personali.
Il desiderio di imparare è uno dei valori più importanti nell’individuare di chi lavorerà con noi, però non è un tema che venga “indagato” spesso nei colloqui di selezione, mentre si testano, anche troppo assiduamente, le competenze acquisite sino a quel momento.
Si giudica il PASSATO (e va bene), ma si rischia di tralasciare il FUTURO.
Che ne pensate?
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