Vendi chi sei prima di vendere ciò che haiCosa sono e perché vanno valorizzate le "soft skills?"

Cosa sono e perché vanno valorizzate le “soft skills?”

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Fattore indispensabile per i recruiter che le cercano nei candidati, le competenze trasversali vivono il loro momento d’oro nel mercato del lavoro. Ma cosa intendiamo, quando diciamo “soft”? Il mercato del lavoro le cerca come il pane. E i recruiter, che di quel mercato sono il “braccio operativo”, non si nascondono certo dietro a un dito: se le competenze tecniche (le hard skill) servono ancora ai candidati per farsi notare e ottenere un colloquio di lavoro, è sulle soft skills (le competenze legate alla personalità) che i candidati dovrebbero fare leva se poi quel colloquio lo vogliono passare.

Molto più che una moda passeggera, da anni sulle competenze trasversali si è innescata anzi una specie di corsa all’oro da parte delle aziende. Sempre più disposte a valutare positivamente candidati anche senza predominanti e immediate doti tecniche, a patto di riconoscere in ogni risorsa un potenziale “comportamentale” di qualità.

Il punto, spiegano, è che per colmare qualche vuoto di conoscenza in un candidato si può sempre fare ricorso a specifici programmi di formazione. Quanto a certe abilità personali, invece, o il candidato ne dispone, oppure… è difficile attingervi. 

Non deve stupire perciò se, complice un mercato saturo da competenze omogenee e profili tutto sommato simili, al primo candidato che si distingue per personalità recruiter e selezionatori si mettano naturalmente in posizione di ascolto.

Di cosa parliamo, esattamente, quando parliamo di “soft skill”?

Il mercato ne riconosce principalmente tre categorie, e in ognuna di queste spiccano doti che da sole basterebbero a fare la differenza in un’azienda. Ecco perché un richiamo a questo genere di competenze, già nel Curriculum, va sempre fatto.

Prima, però, occorre capire come individuare in sé queste abilità. Per facilitarvi il compito, abbiamo deciso di dividere le soft skill nelle tre famiglie in cui il mercato tende di solito a catalogarle: soft skill legate alla comunicazione; soft skill legate all’agilità di pensiero; soft skill legate alla personalità.

Soft skill legate alla comunicazione

  • Ovvero la Capacità di esprimersi
  • l’Attitudine a prendere la parola
  • la Capacità di fare networking
  • il Senso del gruppo
  • la capacità di lavorare in team
  • Le Doti di negoziazione
  • Il Carisma
  • La Positività

Soft skill legate all’agilità di pensiero

  • Senso critico; capacità a fare un passo indietro
  • Gestione dello stress; stabilità emotiva
  • Creatività; apertura di spirito
  • Capacità di adattamento; flessibilità; problem solving
  • Proattività; presa d’iniziativa
  • Capacità di lavorare sotto pressione
  • Capacità di valutazione; presa di decisioni

Soft skill legate alla personalità

  • Fiducia in sé; perseveranza
  • Motivazione
  • Resilienza
  • Capacità di organizzazione; gestione del tempo al lavoro
  • Empatia
  • Affidabilità; fedeltà
  • Assertività

Come valorizzare le soft skill all’interno del CV? 

Posto che il curriculum deve essere dominato dalle competenze tecniche, e che sarà il colloquio il vero momento per tirare fuori le vostre abilità trasversali, il modo migliore per far emergere le doti legate alla personalità nel CV resta quello di farle passare “sottotraccia”. 

Vale a dire “nascoste” all’interno delle esperienze professionali già svolte o acquisite mediante il vostro percorso di studi.

Ad esempio: nel precedente impiego gestivate il customer service dell’azienda o i rapporti coi fornitori? Bè, sappiate che questo fa di voi candidati con spiccate doti comunicative e di valutazione, empatici e con una buona gestione dello stress. 

Oppure: avete massimizzato l’esperienza dell’Erasmus con un lavoretto all’estero? Bene, un recruiter leggerà tra le righe del CV la vostra motivazione, la vostra attitudine all’organizzazione e a una spiccata gestione del tempo. Oltre che una grande stabilità emotiva e una certa abitudine al lavoro in condizioni di stress.

Tutte qualità che, insieme alle competenze tecniche di base, vi permetteranno di distinguervi dalla concorrenza e giocare al meglio le vostre carte. Anche quelle che all’inizio della ricerca di lavoro neanche pensavate di avere nel mazzo.

Alcune competenze presenti nelle aziende si manifestano in modo esplicito mentre altre, pur presenti tra le attitudini e le passioni dei collaboratori o magari sviluppate informalmente all’interno del proprio lavoro, non si manifestano e rimangono dormienti.

Qui le imprese possono provare a migliorare valorizzando e le competenze nascoste e inespresse cercando i collaboratori che le posseggono o le hanno sviluppate personalmente. Nel contesto attuale, in cui le competenze in generale e le competenze digitali in particolare sono difficili da reperire sul mercato del lavoro e costose, questo passaggio diviene indispensabile.

Il segreto di un colloquio di lavoro di successo risiede per il candidato nel presentare in modo efficace l’insieme delle sue competenze personali e dimostrare in che modo lo rendono perfetto per il ruolo in questione. Non basta mettere in risalto le qualifiche e l’esperienza: i selezionatori sono altrettanto interessati alle competenze trasversali.

I dati rivelano che occorre fare attenzione alla forma e alla struttura con cui vengono descritte le soft skill nel CV: italiano corretto e impaginazione chiara e uniforme sono sinonimi di una persona affidabile e attenta al dettaglio.

Utilizzare la forma attiva dei verbi per descrivere competenze e studi trasmette la sensazione di una persona dinamica e di iniziativa. Un altro modo per far emergere le soft skill dal CV riguarda la trasformazione delle abilità trasversali in un discorso strutturato: per esempio, invece di scrivere che si possiedono ottime capacità di gestione del team, si può raccontare un’esperienza lavorativa in cui questa attitudine è stata messa in risalto.

Anche durante il colloquio di lavoro il candidato dovrà supportare le affermazioni sulle proprie soft skill con esempi di situazioni professionali e scenari in cui sono state dimostrate queste competenze trasversali.

Sulla base di un’indagine dei professionisti della ricerca e selezione di personale qualificato, si è evinto che le prime tre soft skills che un candidato deve possedere sono:

  • Capacità di risolvere problemi 
  • Capacità di adattamento 
  • Gestione del tempo 

Lo studio ha rivelato che il 58% dei professionisti della ricerca e selezione del personale ritiene che le soft skills siano più importanti per le posizioni senior rispetto ai ruoli di livello base. In altre parole, più si procede nella carriera, più le soft skills diventano importanti.

Come dimostrare le soft skills in un colloquio di lavoro?

È facile passare in rassegna un elenco di competenze tecniche e addurre prove di possederle. Tuttavia, fare la stessa cosa con le soft skills può rappresentare una sfida.

Parlare è facile. Ma gli intervistatori vogliono che supportiate le vostre affermazioni con esempi di situazioni professionali, casi in cui avete chiaramente dimostrato di possedere la soft skill in questione.

Prima del colloquio, prendetevi il tempo necessario per identificare tre o quattro scenari in cui le competenze trasversali vi hanno aiutati a superare sfide nel mondo del lavoro e raccontate il tutto con passione! 



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