Pillole di BusinessDa soli siam tutti nessuno: il team building

Da soli siam tutti nessuno: il team building

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Da soli siam tutti nessuno… e l’unione fa indubbiamente sempre la forza! Quante volte hai sentito queste frasi? Questo concetto è rivolto nella maggioranza dei casi alle persone con cui passi gran parte del tuo tempo. Chi sono? I colleghi, chiaro!

A volte otto ore per cinque giorni la settimana non sono sufficienti per creare meccanismi produttivi efficaci e convincere tutti a partecipare al lavoro di squadra. Ecco perché le esperienze di team building possono rafforzare il legame e la collaborazione tra colleghi, dando finalmente un volto umano anche al più severo dei capi.

È dagli esperimenti e dai test effettuati dallo studioso Elton Mayo, negli anni ’20, sui dipendenti della Western Electric Company di Chicago, che sono nate le prime riflessioni alla base del team building.

Tutto ha avuto inizio quasi per caso. Si voleva studiare l’influenza degli ambienti di lavoro sulla produttività delle persone. Ne emerse che non è solo il contesto ad avere effetto sui lavoratori, ma soprattutto l’interesse dell’azienda nei loro confronti, la considerazione del proprio capo – presente per capire l’avanzamento dell’esperimento, ma comunque più vicino al lavoro delle persone coinvolte – e ancora la creazione di un vero e proprio spirito di aggregazione tra gli appartenenti dello stesso team.

Come tutti i precursori, Mayo non fu subito compreso. Ci vollero altri 20 anni perché il pedagogo tedesco Kurt Hahn concretizzasse gli stessi principi aprendo la prima scuola esperienziale nel Regno Unito.

Che si parli di formazione o di vita aziendale, il concetto di lavorare sul benessere del gruppo per ottenere risultati è ciò che ha dato vita al termine che oggi tutti conosciamo: team building

Cosa è e come si fa team building

Il suo significato letterale è “costruzione della squadra” ed è proprio questa la sua essenza. È chiaro che non è sufficiente mettere in una stanza delle persone perché queste si sentano parte di un progetto comune, serve dare loro degli input per creare dinamiche sane e vantaggiose per tutti, anche sotto il lato umano e sociale.

Le attività di team building servono proprio a creare una base condivisa e a dar vita a una vera squadra, distruggendo quei muri che tutti creiamo nella nostra mente e rendiamo reali nella vita lavorativa di ogni giorno. 

Si ma come riuscirci? 

Rompendo proprio le routine, trasportando le stesse persone in contesti nuovi, per riscoprirsi a vicenda senza le ristrettezze dell’ufficio o i preconcetti delle dinamiche aziendali.

Il team building infatti è un’attività che viene svolta in collaborazione con professionisti che si occupano specificamente di questo. Educatori, organizzatori di eventi, psicologi, sociologi: tutte queste competenze al servizio delle imprese e del benessere aziendale.

A guidare i partecipanti in questa esperienza è il team builder, un accompagnatore specializzato che si occupa di gestire l’intera attività. Ma attenzione, non si tratta di una semplice guida, bensì di un professionista attento, che ha anche il compito di monitorare i comportamenti delle persone coinvolte e di indirizzarle verso il maggior beneficio per loro.

Le attività si svolgono solitamente in luoghi aperti, il più lontano possibile dalla realtà aziendale. In alcuni casi, però, non è necessario andare troppo distante per vivere un’efficace esperienza di team building. È il caso delle mini-sessioni realizzate in corrispondenza di convention aziendali, per “sciogliere il ghiaccio” tra i partecipanti oppure stimolare la crescita di gruppi di lavoro già esistenti.

Diverso è il caso delle esperienze più lunghe, che possono durare dalle 2-4 ore a un intero weekend. In questi ultimi casi è più facile spostarsi dagli ambienti consueti e ci si può sbizzarrire con team building ludici, ma anche formativi.

La caratteristica principale di queste esperienze è l’unicità: ogni buona attività di team building è creata su misura per le persone che partecipano, calibrata sulle loro esigenze. Solo in questo modo si possono ottenere risultati tangibili e scongiurare il pericolo di “perdere una giornata”, come alcuni potrebbero pensare. Come in tutte le cose, se da una parte la teoria è in grado di conquistare tutti, è la pratica spesso a spaventare. Distogliere i propri dipendenti dal lavoro è un costo, al quale si aggiunge l’investimento organizzativo.

Nell’articolo della prossima settimana continueremo ad approfondire l’argomento!



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