Anticipo subito che non si tratta di nulla riguardate Bruce Willis, asteroidi, NASA o razzi interplanetari. Per stare sulla Terra il “Cookie Armageddon” è l’impedimento del tracciamento, tramite cookie appunto, degli utenti che navigano siti e social. In pratica, l’impossibilità di tracciare il traffico e l’impossibilità conseguente di fare pubblicità mirata su pubblici specifici.
Al momento è un nome di fantasia, non siamo in questa situazione, ma con le ultime normative riguardanti Google Analytics e le battaglie fatte ai social (al gruppo Meta in particolare) da parte di consumatori, avvocati e semplici cittadini, diventa una possibilità non da escludere in futuro.
Come mai si è arrivati al punto di parlarne?
All’evento organizzato dai ragazzi di AvantGrade.com ho avuto modo di ascoltare Massimiliano Nicotra, avvocato che da sempre si occupa di queste attività e di queste tematiche.
L’ho sentito dire una cosa che mi ha fatto molto riflettere, semplicissima nella sua forma ma profondissima nella sua sostanza: “Le cose stanno profondamente cambiando perché la nostra sensibilità sta profondamente cambiando”.
Ci stiamo accorgendo di essere al centro di un gigantesco scambio e smercio di dati, sottoposti a privacy policy troppo lunghe e complesse per essere lette e ad algoritmi troppo “matematici” per poter essere capiti. Da un certo momento è nata in noi una semplice consapevolezza: siamo inconsapevoli di quello che accade ai nostri dati.
Attenzione, nessuno pensa che vengano trattati “male” ma semplicemente che si faccia fatica a capire come, dove e per quanto tempo vengano trattati.
Proprio di questo si è parlato all’evento, di come far fronte a questo cambio di paradigma, più culturale che tecnologico, pur mantenendo la possibilità di fare business in maniera precisa e sostenibile.
La nostra sensibilità sta profondamente cambiando e il nuovo Google Analytics 4 e le analisi “server side” ne sono la dimostrazione.
La tecnologia cambia perché noi cambiamo e, per fortuna, non il contrario.
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