Collaboratori, clienti, fornitori ed altri interlocutori si pongono come primo ostacolo alla collaborazione in azienda, sembrerebbe un paradosso! Nello scorso episodio ci siamo soffermati proprio su questo, lo abbiamo chiamato “il mostro” della comunicazione interna aziendale, riferendoci a quei fraintendimenti che fisiologicamente si verificano in ogni relazione, professionale o personale e che ostacolano la comunicazione interna aziendale.
E abbiamo individuato due possibili cause con cui il “mostro” si alimenta e cresce, ma anche come armarci per attaccarlo, con la “spada” del chiedere anziché interpretare.
In azienda occorre un “cavaliere guerriero” che avvii una campagna per portare la comunicazione interna aziendale al livello successivo. Potrebbe essere il leader generale (l’imprenditore stesso) o un leader di progetto, o meglio ancora una piccola “armata”: un team di esploratori pronti a far partire l’iniziativa.
In accordo, tra l’altro, con John Maxwell, uno degli esercizi principali della leadership, è quello di mettere in discussione lo status quo e avviare miglioramenti/cambiamenti/innovazioni. L’imprenditore quindi (il cavaliere guerriero) potrebbe unire i più fedeli per formare la piccola armata, con l’obiettivo di estenderla a tutta l’azienda.
Ecco allora che occorrono degli “esploratori”, che sondino il terreno su tutte le aree strategiche (reparti, clienti, fornitori, mercato, ecc.) per capire dove potenzialmente potrebbero annidarsi fraintendimenti comunicativi nei vari scambi. Questa attività si rivela molto strategica e spesso porta ad individuare occasioni di sviluppo sulla comunicazione interna aziendale, con impatto positivo su costi, produttività e clima interno.
Gli “esploratori” hanno dalla loro una grande capacità: sanno poter raccogliere opinioni e sentimenti anche (e soprattutto) dai soggetti che hanno punti di vista differenti dai loro. Hanno tecniche e approcci per cogliere anche segnali deboli quando i messaggi espliciti scarseggiano e gli interlocutori non ci dicono quello che servirebbe.
Lo “scudo” della comunicazione interna aziendale, si forma concentrandosi sullo scovare il “non-detto”.
Si tratta quindi di andare oltre l’ordinaria operatività e di soffermarsi non tanto su ciò che si è detto, ma su quello che non si è detto ancora. Lo “scudo” della comunicazione interna aziendale funzionerà attivamente nel momento in cui si renderà l’attività degli “esploratori” costante e periodica. Questo permetterà ai fraintendimenti (vuoi per mancata condivisione di informazioni, vuoi per aspetti relazionali/emotivi) di non crescere e svilupparsi. Le energie complessive dell’organizzazione torneranno così nuovamente disponibili per essere creative ed a favore degli obiettivi comuni.
Ora siamo già ben armati.
La spada: chiedere anziché interpretare.
Lo scudo: avviare iniziative di esplorazione sistematiche di ascolto e “captazione” di ciò che non viene detto.
Occorrono altre armi ed armature? Probabilmente sì e, se ti fa piacere, le vedremo nei prossimi episodi. Anche perché, ci potrebbero essere delle “barricate” contro gli “esploratori”, per ostacolare queste iniziative di sviluppo. Ecco perché ci serviranno anche delle strategie per superare queste mura.
Prima di salutarti, ho pensato di lasciarti un post-it che ho trovato su un tavolo durante una passeggiata di esplorazione, appunto, in una bella azienda.
“Mario, quante cose abbiamo detto in riunione… ma cos’è che non è stato detto? Per capire i nostri uomini non dobbiamo tanto ascoltare le loro parole, ma i loro silenzi”.
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