Nella quotidianità serve davvero conoscere come argomentare? Sì, ci serve. E te lo dimostro. Premetto che questa è un’analisi nuda e cruda per la quale ho messo da parte le mie convinzioni personali: qualunque esse siano, rimangono irrilevanti.
Tutti abbiamo letto le parole del Sottosegretario alla Salute.
“Per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti”.
Perché queste parole hanno fatto scalpore?
Rispondo a questa domanda prima con linguaggio tecnico e poi con quello corrente.
𝘓𝘢 𝘛𝘦𝘴𝘪 𝘴𝘰𝘧𝘧𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘪𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘤𝘰𝘭𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘯𝘴𝘪𝘵𝘪𝘷𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢 𝘶𝘯’𝘪𝘯𝘧𝘦𝘳𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘣𝘢𝘴𝘢𝘵𝘢 𝘴𝘶 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘪𝘯𝘤𝘪𝘱𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘷𝘢𝘭𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘪𝘷𝘰 𝘥𝘪 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘢𝘱𝘱𝘰𝘨𝘨𝘪𝘰.
Ok, passiamo al linguaggio corrente.
“Per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità”. Questa è l’affermazione di partenza il cui contenuto ha una natura statistica: il sottosegretario parla di una graduazione che si basa su rilevazioni statistiche. Quali sono le fonti di questa rilevazione statistica? Su quali misurazioni si basa questa affermazione?
Il sottosegretario non ne fa menzione.
Afferma un fatto statistico senza citare la fonte.
Ma l’affermazione del sottosegretario acquista forza persuasiva in ragione
🔹del ruolo istituzionale che ricopre
🔹 della mancanza di feedback immediato da parte dell’ascoltatore
“Quindi”… ecco, questo connettivo lega l’affermazione alla congettura personale che segue secondo la logica “ Se A, allora B”.
In altre parole, il sottosegretario dice: “Siamo stati nei primi posti per mortalità allora questi grandi risultati non li vedo”.
“Questi grandi risultati non li vedo raggiunti”
Viviamo di inferenze.
Tutta la nostra quotidianità è fatta di inferenze.
Dalla verità di una cosa facciamo conseguire la verità di un’altra.
Il sottosegretario ha assunto come vera la sua tesi e ne ha inferito la verità della conseguenza.
Ma questo passaggio inferenziale si basa su un giudizio di valore puramente personale.
Peraltro, al giudizio è sotteso un non detto preciso, e cioè “ a seguito della vaccinazione”.
A questo punto, la logica imporrebbe di verificare non tanto (e non già) la verità dell’illazione, ma dei suoi fondamenti, delle basi sulle quali poggia.
Su cosa si basa?
Il sottosegretario non lo dice.
Ecco, riconoscere le argomentazioni serve. A capire, a porre domande, chiedere chiarimenti, spiegazioni. A ragionare.
E a vivere con maggior consapevolezza.
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