Abbiamo incontrato Alessia D’Alessio, 18 anni di cooperazione alle spalle, oggi Presidente del Consorzio Sociale il Mosaico. Ci siamo fatti raccontare cosa fa un consorzio e cosa significa per una cooperativa aderirvi.
“Con il Consorzio Sociale Il Mosaico abbiamo voluto dare supporto alle cooperative sociali di tipo A e B della provincia di Viterbo. Oggi il consorzio conta 6 cooperative ed aggrega circa 200 lavoratori”.
Quali sono i principali vantaggi per una cooperativa nell’aderire ad un consorzio?
“Fondamentalmente la funzione del consorzio è quella di fungere da general contractor. La prima cosa che mi viene in mente è la facilitazione, per i consorziati, alla partecipazione a bandi e gare. La possibilità di fare squadra, di trovare in altre cooperative servizi integrativi, la possibilità di scontare fatture in banca, con la garanzia del consorzio.
Il Consorzio è una struttura solida, che può far fronte a difficoltà momentanee di un aderente, oltre alla possibilità di ottimizzare le risorse facendo economia di gestione garantendo comunque un alto standard qualitativo dei servizi e mantenendosi sempre competitivi sul mercato. Insomma stare insieme, agevola di molto le cose.”
Cosa significa guidare un Consorzio, come ci si comporta?
“Se la cooperativa è una famiglia, il Presidente della cooperativa è il buon padre di famiglia, che gioisce dei risultati positivi, condivide i problemi e si adopera per risolverli. Il confronto deve essere all’ordine del giorno, la trasparenza, la lealtà, la severità, l’umiltà devono guidare la dirigenza come il singolo socio.
In questo modo il socio, dipendente della cooperativa, diventa più responsabile. Continuando con la metafora, fare il Presidente di un consorzio è un po’, passatemi la battuta, come essere il “nonno” della famiglia”.
E’ opportuno puntare ancora sulla cooperazione?
“Si, perchè è un modo di fare impresa sano. Perchè è una “scuola d’impresa”, ci si comincia a rapportare con l’imprenditoria partendo dal basso. Lealtà, sincerità, umiltà sono i valori fondanti di una cooperativa, ancor prima delle capacità.
Negli ultimi anni la cooperazione è stata “infangata” da operazioni di dubbia legalità, quando non addirittura illegali, oppure da gestioni di tipo “privatistico”, che nulla hanno a che vedere con la gestione di tipo mutualistico e solidale.
Così ci troviamo come ben rappresentato da quelle targhe affisse nei vecchi bar anni 60, in cui campeggiava la scritta: “Per colpa di qualcuno, non si fa credito a nessuno”. Tanto che fare cooperazione oggi è quasi una missione”.
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