Meta ha comprato la quarta di copertina del Sole24Ore per promuovere il metaverso. Zuckerberg continua a investirci pesantemente.
Sembra quasi prenderci in giro perchè il mini-sito dedicato (in realtà è una pagina e basta) è una accozzagglia di parole scritta del peggior marketer. Ma non molla la pressione sull’acceleratore.
Meta sta senza dubbio affrontando alcune sfide tra cui l’incertezza a livello macro, l’aumento della concorrenza, la cannibalizzazione di Reels, le modifiche alla privacy di iOS e le pressioni valutarie.
L’indebolimento delle metriche di redditività, il rallentamento della crescita e l’imprevedibilità di RL (Realy Labs – la divisione dedicata allo sviluppo del metaverso) lo rendono ancora più preoccupante per gli investitori.
Ecco perché le azioni sono scese del 65% dai massimi storici.
Questi venti contrari sono temporanei: è solo questione di tempo prima che le condizioni migliorino. Zuckerberg ci è abituato.
Ricordate da dove arriva vero?
Nel 2003, al secondo anno di Harvard, Mark Zuckerberg lanciò un sito chiamato Facemash. Aveva scritto un software che, hackerando i server dell’università, scaricava le foto degli studenti – senza consenso. Dopodichè le affiancava e chiedeva agli studenti di votare “Who’s Hotter? Click to Choose.”
La cosa attirò l’attenzione dell’amministrazione di Harvard che, pochi giorni dopo, chiuse Facemash. Zuckerberg fu accusato di violazione della sicurezza del campus e violazione della privacy individuale. Fu espluso.
Successivamente tutte le accuse contro di lui furono ritirate ma quelle sono le ceneri dell’impero di oggi. Raccontano l’imprevidibilità e il genio del CEO più famoso del mondo.
Personalmente guardo con diffidenza il metaverso di oggi perchè è ancora acerbo, già tempo fa si era detto che la tecnologia è insufficiente, non alla portata di tutti e che, nonostante tutto l’hype, sia ancora uno spazio piuttosto deserto. Ma non ho dubbi che Meta sia il giocatore su cui scommettere.
Se hai dei dubbi sul metaverso… cerca rifugio in un film visionario di cui ti lascio un indizio (non mi dire che non l’hai visto):
This is the OASIS. It’s a place where the limits of reality are your own imagination. You can do anything, go anywhere.
(Wade Watts — Ready Player One, 2018).
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